“Anche il secondo bando per la gestione dello stadio Comunale è inaccettabile. Prevede introiti irrealizzabili, inseriti solo per giustificare la richiesta di un canone da parte nostra. È un atteggiamento discriminatorio di un’ amministrazione comunale che vuole colpire me attraverso la Virtus Entella solo perché non sono un suo estimatore. E quando ci sono atteggiamenti discriminatori da semplice cittadino non lo accetto e non mi piego”. Il presidente Antonio Gozzi spiega le motivazioni che hanno indotto la Virtus Entella a notificare il ricorso al TAR per l’annullamento, previa sospensione degli atti con i quali il comune di Chiavari ha indetto la seconda gara per l’affidamento della gestione dello stadio Comunale per i prossime 12 anni.
Il club lo ha ritenuto un atto dovuto per preservare e difendere i propri diritti, considerando del tutto illogiche e irrazionali alcune richieste e valutazioni fatte dalla pubblica amministrazione.
Il capitolato prestazionale e il piano economico finanziario anche in questa seconda versione del bando – adeguato a seguito della gara andata deserta in maggio – presentano nuovamente diversi errori di valutazione, anomalie e meccanismi incomprensibili che non rispecchiano la reale e corretta dimensione economica e di destinazione d’uso dell’impianto sportivo.
Al fine di far emergere dalla gestione dello stadio un utile annuale di circa 45.000 euro, e giustificare così una richiesta di canone annuale di 60.000 euro, il Comune di Chiavari non solo ha sovrastimato parte degli introiti, ma ne ha previsti alcuni del tutto irrealizzabili.
Ad esempio, nelle stime comunali, vengono previsti ricavi annui pari a 122.000 euro (oltre il 20% degli introiti totali stimati), derivanti dall’utilizzo dell’impianto da parte di società sportive dilettantistiche. Per tali società è stata prevista una spesa pari a 600 euro per disputare una singola partita al Comunale, un costo orario per gli allenamenti pari a 80 euro e 1.000 euro al giorno per manifestazioni generiche.
Le stesse società sportive che sino ad oggi hanno disputato i propri incontri ufficiali e gli allenamenti presso altri impianti sportivi pubblici dove le tariffe – determinate dalla stessa pubblica amministrazione cittadina – risultano pari a 30 euro per gli incontri di campionato e 22 euro per gli allenamenti.
Appare quindi evidente che le cifre stabilite siano del tutto proibitive per le società dilettantistiche che svolgono peraltro una importante funzione sociale a favore dei giovani e del territorio. Il Comune di Chiavari, attraverso questa alterazione della realtà vuole, a nostro avviso, semplicemente giustificare la richiesta economica del canone di concessione.
Anche la tanto acclamata opportunità di compensare il canone concessorio con eventuali interventi di manutenzione straordinaria, fino ad azzerarne il valore, è irrealistica. Le scadenze di pagamento, infatti, negano questa possibilità.
Nel capitolato prestazionale viene precisato che l’importo di tali lavori può essere compensato esclusivamente con i canoni non ancora corrisposti. Viene poi specificato che la prima rata, pari a 60.000 euro, deve essere corrisposta entro 15 giorni dalla stipula del contratto e i successivi canoni entro il 31 gennaio di ogni anno. Al 31 gennaio 2024, quindi, il nuovo concessionario avrà già versato canoni per 120.000 euro senza però la possibilità di poterli compensare. Risulta infatti impossibile prevedere interventi straordinari nel periodo compreso tra agosto 2023 e gennaio 2024, quando le attività sportive sono in pieno svolgimento.
Specifichiamo ancora una volta che, a differenza di quanto dichiarato dal sindaco Messuti, il nostro club non ha alcuna intenzione di ottenere contributi comunali per svolgere la propria attività sportiva presso lo stadio di Chiavari. L’esigenza di proporre un ulteriore ricorso nasce esclusivamente dall’impostazione del tutto errata e distorta anche del secondo bando di gara.
Sottolineiamo infine che l’Entella, negli ultimi dodici anni, ha investito più di 6 milioni di risorse proprie (tra investimenti pluriennali e costi di gestione) in un bene pubblico, aumentandone il valore e rendendolo idoneo per i campionati professionistici di serie B e Lega Pro e adeguandolo alla fruizione del pubblico locale e di quello proveniente da tutta Italia.
L’intervista del presidente Antonio Gozzi: