Aneddoti e ricordi che resteranno per sempre nell’immaginario collettivo. Racconti di un calcio che non c’è più, e che, con il passare degli anni, viene avvolto da un alone di vera magia. Se nei carruggi della città provate a sussurrare, anche a bassa voce, Entella-Pistoiese, la mente di tutti i tifosi biancocelesti non può far altro che tornare immediatamente al mese di marzo del 1987. Era l’Entella di Baveni, Scarpa, Gandolfo e Ciccio Antonucci. Un’Entella orfana di Ventura e Spalletti, ma ugualmente competitiva e pronta a dare battaglia contro tutti gli avversari.
“Entella-Pistoiese? E chi se la scorda“, ammette un sorridente Andrea Bertini, “Quell’anno in casa eravamo un vero e proprio rullo compressore. Ricordo benissimo quella partita. Si trattava di uno scontro importante, tra due squadre che stavano facendo un buonissimo campionato. Ricordo una bellissima cornice di pubblico e l’adrenalina che accompagnò tutto il pre partita. Poi, però, successe una cosa davvero singolare, una di quelle che ancora oggi, a distanza di 35 anni, è impossibile dimenticare. La Pistoiese chiese di calcolare le dimensioni dell’area di rigore, sembrava una cosa incredibile e invece avevano ragione loro. I parametri non erano corretti e quindi vennero tracciate nuovamente le linee e controllate le porte. Il tutto mentre la gente era già dentro lo stadio e noi eravamo pronti a giocare. La partita venne posticipata di 45 minuti per consentire il corretto tratteggio delle linee e la tensione salì ulteriormente”. Poi, ci fu la partita, come andò? “Mi ricordo che partimmo forte, eravamo determinati e volevamo a tutti i costi la vittoria. Segnai dopo pochi minuti, ma il gol venne annullato. La tensione a quel punto toccò vette inesplorate. La squadra, tuttavia, rimase sul pezzo. Segnai ancora e vincemmo la partita. Lo stadio era tutto colorato, c’era grande entusiasmo per tutto quello che stavamo facendo, ricordo anche una nutrita rappresentanza ospite, presente nel settore prato. In generale, comunque, stiamo parlando di una stagione che mi è rimasta veramente nel cuore. Ancora oggi rimpiango il ridimensionamento dell’anno successivo, sarei rimasto molto volentieri altri anni a Chiavari.”
“Angelo biondo”, come veniva soprannominato dai tifosi biancocelesti, ancora oggi porta l’Entella nel cuore e con grande sincerità ammette: “Il risultato dell’Entella è il primo che cerco sempre. Sono stato a Chiavari un solo anno, ma mi sono trovato meravigliosamente bene. Una città fantastica e dei compagni super. Arrivammo quinti e segnai diversi gol. In camera, ancora oggi, ho la sciarpa biancococeleste. Adesso sono cambiate tante cose, ma so che c’è una proprietà seria che in questi anni ha fatto cose incredibili. Spero che il Club possa togliersi tante soddisfazioni e io, nel mio piccolo, farò sempre il tifo per i colori biancocelesti“.
Racconti che fanno sorridere, pezzi di storia da ricordare e custodire. Domani sera Entella e Pistoiese scenderanno nuovamente in campo al Comunale l’una contro l’altra. Altro ambiente e altri giocatori, ma la stessa voglia, come 35 anni fa, di fare una bella partita.